C’era una volta, in un regno nascosto tra le colline di seta e le foreste di cristallo, una donna chiamata Fibrina. Anche se Il suo corpo sembrava infrangibile, era delicato come una rosa di vetro, colpito da una malattia invisibile che la rendeva stanca e dolorante. Ogni giorno, Fibrina combatteva contro una forza oscura che le impediva di correre nei prati dorati o danzare sotto la luce delle stelle. Nel palazzo dei governanti, i saggi del regno per molto tempo hanno ignorato il suo grido silenzioso. Non possiamo vedere il male, dunque non esiste, dicevano tra loro. Ma un giorno, un magico uccello dalle piume d’argento, che da molto tempo osservava Fibrina soffrire, volò fino alla sala del consiglio. Con voce stridente raccontò la storia di Fibrina, descrisse il dolore che la consumava e mostrò tutte le lacrime che il vento aveva raccolto. I governanti, commossi e colpiti dalla verità, si accorsero di quanto fosse stato ingiusto ignorare ciò che non comprendevano. Così ordinarono che in ogni angolo del regno fosse portata la conoscenza di questa malattia invisibile, e che venisse costruita una città d’aiuto, con cure e conforto per chi ne soffriva. La favola mostra come il dolore invisibile, rappresentato dalla fibromialgia, venga ignorato dai governanti finché qualcuno non trova il modo di dar voce a chi soffre. Questo è un monito ai politici e ai leader che non devono basare le loro decisioni solo su ciò che è evidente o quantificabile, ma devono ascoltare anche chi non può urlare il proprio dolore. Evidenzia inoltre l’importanza dell’empatia come cuore pulsante della giustizia sociale. Senza di essa, le leggi, le politiche e le istituzioni rischiano di essere sterili, costruite su logiche rigide e lontane dai reali bisogni delle persone. L’empatia permette di riconoscere le esperienze altrui, di comprendere il dolore invisibile e le difficoltà che molte persone affrontano ogni giorno. Apre gli occhi su ciò che normalmente passa inosservato, come nel caso della fibromialgia e favorisce la collaborazione tra le persone, stimola il desiderio di aiutare gli altri e di lottare per un mondo più giusto. In fondo, la vera giustizia sociale non si misura solo con le regole scritte, ma con il modo in cui una società protegge e sostiene i suoi membri più vulnerabili. Senza empatia, la giustizia rischia di diventare solo un concetto astratto. L’empatia trasforma la giustizia sociale da un concetto astratto ad un’azione concreta, e permette alle persone di comprendere le difficoltà altrui e di agire per creare un mondo più equo.