In questi ultimi anni, molto spesso sentiamo parlare di fibromialgia, una malattia cronica e invalidante. Quando si scopre di esserne affetto è un momento particolarmente delicato, perché ci accorgiamo della nostra imperfezione, della nostra precarietà e di conseguenza viene a galla quella parte di noi che non abbiamo mai considerato: “la nostra vulnerabilità”. Non è facile prendersi cura di un malato cronico, è un compito difficile sia per i famigliari che per i sanitari, i quali non sempre sanno ascoltare, comprendere e cogliere non solo i sintomi, ma anche le emozioni che vengono rivelate. I famigliari e i Medici sono le prime risorse di cui si dispone per affrontare questo viaggio incerto e pieno d’insidie. Per tanti famigliari, che rappresentano il primo sostegno, dovrebbe essere più facile mostrare vicinanza, ma per tanti Medici molto preparati a svolgere una prima visita ricca di domande e prescrizioni, spesso non hanno una formazione per comprendere le paure, i dubbi, le richieste di conforto e di rassicurazione. L’evoluzione della sanità moderna impone efficienza, perché il tempo è poco e prezioso e le risorse scarse. Tutto questo spesso porta il Medico a sottovalutare l’importanza della relazione nel percorso di cura, facendo involontariamente piombare la persona affetta da questa patologia in una disperata solitudine. Solitudine che si accentua alle successive visite di controllo, dove pur osservando con interesse il malato, spesso perdono di vista la persona. Il fibromialgico, dal Medico si aspetta tatto, attenzione e comprensione perché non è solamente una semplice collezione di sintomi, di segni e funzioni alterate, ma un essere umano con le sue paure e le sue speranze, in cerca di sollievo, di aiuto e di rassicurazioni. Nel 1998 fu redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità un documento sull’Educazione Terapeutica del Paziente il cui scopo è, di produrre un effetto terapeutico che vada ad assommarsi a quelli di altri interventi (farmacologici, terapie fisiche, ecc.). Un buon Medico è sicuramente in grado di fare una corretta diagnosi e prescrivere una buona terapia, ma sa anche aiutare la persona a gestire la propria situazione e riesce anche a coinvolgere attivamente la famiglia, che riveste un ruolo essenziale per sostenere il famigliare malato. La gestione di una malattia come la fibromialgia, richiede spesso un cambiamento nello stile di vita ed è fondamentale avere un Medico che non si limita ad una semplice prescrizione, ma indirizza e identifica anche un punto di condivisione con la persona, la strada da percorrere e i possibili ostacoli da superare. La nostra speranza è sicuramente quella di incontrare sempre più Medici con queste caratteristiche. Non a caso il Dott. Francis Peabody moltissimi anni fa scrisse queste parole: “una delle qualità essenziali del medico è l’interesse per l’uomo, in quanto il segreto della cura del paziente è averne cura”.