Le persone che vengono colpite da una malattia, vedono la loro vita all’improvviso cambiare, la quotidianità diventa come una nave in balia delle onde che naviga senza controllo verso la deriva. Per adattarsi a questa inaspettata situazione non è facile, ci vuole tempo, tanto sostegno e moltissimo coraggio. All’inizio è molto difficile quasi impossibile vivere questa situazione esistenziale non voluta. Un cambiamento violento a cui non è affatto facile adattarsi, perché questa diventa ancora più dolorosa, se si ha a che fare con persone che non comprendono o ci voltano le spalle. Sono momenti di estrema fragilità, in cui avere al fianco persone sensibili e solidari è di vitale importanza, per evitare la conseguente solitudine. Una condizione di estrema labilità, nella quale si ha bisogno di sicurezze per sostenere un quadro sanitario e famigliare complicato. Per tutti la vita può cambiare dall’oggi al domani, anche per chi è affetto dalla Sindrome Fibromialgica è difficile accettare il proprio corpo che col passare degli anni impone i suoi limiti. Spesso sopraffatti dai sintomi della malattia, si diventa incapaci di far fronte ad ulteriori situazioni di stress. Altre volte, per molti giorni il letto diventa l’habitat forzato per l’incapacità di alzarsi per i forti dolori e la grande stanchezza; ogni ulteriore tensione può provocare addirittura un corto circuito in un corpo già duramente provato. La cosa strana è che gli altri ci vedono in salute e di bell’aspetto, questo non vuol dire affatto che i dolori sono assenti, ma li stiamo solamente sopportando. Perché il dolore è sempre presente e obbliga tutti a modificare il proprio stile di vita. Parlare di questa Sindrome oggi, è di vitale importanza, dal momento che le persone che ne soffrono, vedono la propria esperienza di sofferenza nella maggior parte dei casi, delegittimata. Purtroppo questa è la costante che emerge ascoltando le persone colpite da questa malattia. D’altra parte, se osserviamo le ultime statistiche ci dicono che circa il 24% della popolazione conosce questa Sindrome ed è naturale pensare che la strada da percorrere sia ancora tanta. L’unico aspetto confortante è sicuramente quello di pensare una strada in discesa, dopo quasi 30 anni di salita.