Carissime, oggi voglio affrontare un tema che parla di disabilità, non sono una persona che ha studiato psicologia, ma quello che scrivo prende forma grazie all’esperienze di una vita reale, un vissuto di una quotidianità piena di enormi difficoltà. Allo stesso tempo voglio offrire a tutti voi un’opportunità, uno spunto di riflessione da cui partire per guardare con più attenzione una realtà che con le sue particolarità colpisce e incuriosisce, ma spesso frena e intimorisce, perché la “diversità” che si manifesta inaspettatamente davanti a noi, ci mette di fronte a delle novità che vorremmo in parte non conoscere sia per pigrizia, che per quella errata convinzione radicata nella parte più profonda di noi, e che spesso preferiamo accantonare o categorizzare in modo rapido e deciso. L’immagine comune che si ha di una persona con disabilità, ci fa visualizzare immediatamente una persona su una sedia a rotelle o una persona che per poter deambulare necessità di ausili. Eppure l’attuale situazione ci racconta di un quadro in cui le persone che sono sedute su una sedia a rotelle, sono una piccola parte di un mondo molto più vasto. Se pensiamo alle persone con autismo, alle persone che sono affette da sclerosi multipla, oppure a coloro la cui malattia cronica ha esitato in disabilità e che sul loro fisico non portano i segni del loro disagio, sicuramente l’immagine che focalizziamo assume un contorno diverso. Proviamo a focalizzare il nostro pensiero anche su tante altre malattie, di cui tante persone sono affette come l’MCS, l’ME, la CFS, l’Elettrosensibilità, la Sindrome fibromialgica persone che in molti casi non hanno bisogno di una sedia a rotelle o di ausili per poter deambulare, ma che sono costrette ad essere assistite per le limitazioni. Spesso su queste persone che non mostrano un deficit fisico, ci soffermiamo alla sola apparenza, perché vediamo persone sane ed integre, senza considerare che per tante di loro Il dolore e le difficoltà non si vedono. Siamo abituati a vivere e ad adattarci ai luoghi comuni ed è difficile accettare la diversità, e spesso sfugge in noi la differenza tra guardare e vedere, un limite sottile sicuramente determinante per evitare giudizi affrettati. Tutti hanno il diritto di sentirsi accolti, sostenuti per trovare motivi concreti per tenere accesa la speranza. Ognuno di noi per quanto possibile deve adoperarsi nel segnalare alle istituzioni le opere necessarie per aiutare queste persone. In sintesi vanno attivate tutte quelle attività sia strutturali, che di sostegno per agevolare lo svantaggio dell’indipendenza fisica, per migliorarne sia l’autonomia, la cura e il sostegno. Carissime a queste persone deve essere garantito e riconosciuto il pieno diritto ad una vera cittadinanza.