Sempre più spesso capita che qualcuno a cui vogliamo bene, si trovi ad affrontare una malattia, e dopo aver avuto la diagnosi lo vediamo confrontarsi con le sue difficoltà. Noi famigliari vorremmo essere utili, fornire il necessario supporto, ma non sempre questo ci riesce come avremmo immaginato o voluto. Anche noi viviamo la paura della malattia che rende tutto più difficoltoso, spesso possiamo anche avere il timore di essere invadenti, di essere rifiutati, di non essere in grado di stargli vicino nel modo giusto. In poche parole vivere accanto ad una persona affetta da una malattia è una condizione difficile da sostenere per tanto tempo. Non è facile comprendere, capire e guardare la realtà di tutti i giorni con la visione di una persona normale. Essere un familiare di riferimento, i così detti “Caregiver”, significa accompagnare e supportare la persona malata in un percorso di vita arduo e complicato. Eppure il Caregiver occupa un ruolo vitale per il supporto e la vicinanza, un compito che a volte è molto gravoso, perché deve tutti i giorni confrontarsi con una situazione in continuo mutamento per l’evolversi della malattia. Un impegno che richiede un grande dispendio di risorse a livello personale, ambientale ed economico, una situazione particolarmente impegnativa sia dal punto di vista fisico che emotivo. Spesso questa condizione oltre a generare preoccupazioni e tristezza, può metterci di fronte a problemi diversi come stress, ansia e depressione, ma anche un carico di responsabilità sia per il coinvolgimento emotivo, che per il senso di frustrazione e d’impotenza nel vedere il proprio caro in difficoltà. Questi fattori, molto spesso, possono portare a sperimentare stati di irritabilità, di pessimismo, di agitazione, di ansia, di stanchezza fisica e mentale, di perdita di motivazioni ed insonnia, conseguenza di un’assistenza che viene prestata in maniera continua e prolungata. Inoltre incide pesantemente sulla normale vita sociale togliendo stimoli ed interessi. Però lo scoglio più grande e più drammatico è l’invisibilità della malattia che non può avvalersi di un supporto adeguato e di trattamenti efficaci, una situazione molto complessa perché a soffrire non è solo il malato, ma anche chi si occupa di lui.